Nei casi di malattia infiammatoria intestinale (IBD), i dispositivi indossabili possono aiutare a identificare, differenziare e prevedere le riacutizzazioni. A spiegarlo, su Gastroenterology, è un gruppo di ricercatori del Mount Sinai di New York (USA), guidato da Robert Hirten, secondo il quale, le nuove tecnologie possono consentire un monitoraggio continuo della malattia attraverso dispositivi ampiamente disponibili.
Per lo studio, sono stati arruolati 309 partecipanti. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) era significativamente diversa tra i periodi di riacutizzazione dell’infiammazione e di remissione. Anche la frequenza cardiaca (HR) e la frequenza cardiaca a riposo (RHR) erano più elevate nei periodi di riacutizzazione, anche sintomatici. Infine, anche la saturazione dell’ossigeno nel sangue e l’attività quotidiana, tutti parametri misurati dai dispositivi indossabili, erano significativamente alterati nelle persone con IBD o con i sintomi. Questi marcatori, dunque, potevano rilevare l’infiammazione anche in assenza di sintomi e distinguere se i sintomi erano causati da un’infiammazione attiva. E queste metriche, misurate dai dispositivi indossabili, cambiavano fino a sette settimane prima che si sviluppassero le riacutizzazioni.
Gastroenterology (2025) – doi: 10.1053/j.gastro.2024.12.024


